Gli assegni pensionistici ogni anno si rivalutano con la perequazione. Che cosa significa? Le pensioni ogni anno si rivalutano automaticamente in base all’inflazione dell’anno precedente, almeno quelle più basse. Con il Decreto legge del 15 novembre del 2024 gli assegni si rivaluteranno dello 0,8% che corrisponde all’inflazione registrata. Vi ricordo che non tutte le pensioni si rivalutano del 100%, solo quelle basse, quelle fino a quattro volte il minimo. Per tutte le altre la rivalutazione scende fino al 70% dell’inflazione dell’anno precedente.
Questo aumento pari al 100% dell’inflazione sarà per assegni fino a 2.399,44 euro l’anno lordi cioè quattro volte il trattamento minimo. Mentre per chi ha una pensione superiore a quattro volte il minimo ma inferiore a cinque volte la rivalutazione sarà dello 0,72%. Per chi supera cinque volte il minimo la rivalutazione sarà dello 0,60%.
La pensione minima oggi è di 598,61 euro al mese lordi e salirà a 603,40 euro lordi mensili. Ma attenzione ci sarà una maggiorazione straordinaria introdotta nel 2023 e mantenuta anche nel 2024. in questi due anni il minimo pensionistico è stato di 614,77 euro. Attualmente il Governo prevede un incremento straordinario del 2,20% per il 2025 portando gli assegni minimi a 616,67 euro.
Purtroppo l’opposizione, si lamenta reputandoli degli aumenti esigui. Bisogna ricordare che il governo Meloni è il primo che ha aumentato le pensioni oltre gli adeguamenti automatici della perequazione. Ovviamente una rivalutazione automatica dello 0,8% su un importo di una pensione minima risultano “pochi spiccioli”. Pertanto non è corretto strumentalizzare un qualcosa che è automatico ogni anno. E poi negli anni passati quando governava la sinistra, per ben dieci anni nessuno di loro ha mai detto nulla sugli aumenti per legge che ci sono ogni primo di gennaio. Qualcuno dice che sono le dinamiche della propaganda…
Luca Vincitore
2 dicembre 2024
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