Spread in discesa verso quota 100, ai minimi da tre anni.
Mario Draghi ha lasciato uno spread a Meloni di 240 punti base. Oggi dopo due anni di governo è sceso a meno della metà, a quota 115. Ha toccato in questi giorni i 108 punti che non si vedevano da oltre tre anni, un altro record per questo esecutivo. Mentre per i vicini di casa i francesi lo spread è arrivato a superare quello della Grecia.
Francia e Germania sprofondano in una crisi profonda, i loro governi cadono o traballano e il Bel Paese invece va in controtendenza.
Oggi lo spread italiano si attesta a 108 punti, il minimo da ottobre 2021. Questo sta comportando una discesa dei rendimenti dei titoli di stato offerti dall’Italia sul mercato internazionale; i Btp decennali sono passati da un rendimento del 3,5% ad un 3,18%.
Il Btp con scadenza febbraio 2035 (titolo benchmark, ovvero di riferimento) ha guadagnato il 4,08% in termini di prezzo. Considerando la cedola maturata nel periodo il guadagno complessivo (Total return) è stato del 4,39%. Ancora meglio ha fatto il Btp a 30 anni, con scadenza ottobre 2053, il cui prezzo sul mercato secondario è salito del 7,59%. Compresa la cedola (il rateo) maturata nel periodo il guadagno Total return sfiora l’8% (7,89%).
Se lo spread italiano dovesse dirigersi verso la fatidica quota 100 cosa succederebbe? Avremmo un abbassamento degli interessi sul debito pubblico sovrano, con la conseguenza di aver più risorse nelle casse dello stato. Però gli esperti dicono che è decisamente improbabile che si possa scendere sotto i 100 e rimanerci stabilmente perché aggiunge Barbieri Paolo, gestore specializzato che lavora in una società indipendente con sede a Milano, «È decisamente improbabile, con il livello eccezionalmente alto del debito pubblico sovrano italiano e il BBB come valutazione appioppato delle agenzie di rating, che lo spread possa scendere e rimanere costantemente al di sotto dei cento punti in rapporto al rendimento dei titoli di stato tedeschi, i Bund».