Allarme Confindustria: “Produzione industriale in calo da 21 mesi”.
L’Italia cambia pelle, da paese industriale, sta pian piano trasformandosi in un Paese che basa la sua economia sul settore Terziario, sul turismo. Non è il primo paese al mondo che affronta questo cambio. Se la produzione industriale è in calo da ventuno mesi questo non significa che l’economia italiana stia andando indietro o stia crollando. Infatti non è così, i dati economici appena forniti dall’ISTAT settimana scorsa danno una fotografia del Paese in ottima saluta. Però la situazione vista dagli industriali riuniti in Confindustria, risulta disastrosa.
La crisi industriale è sicuramente aggravata dalla crisi del settore Auto che è letteralmente crollato con tutto il suo indotto, e le cause sono molteplici ma trainate dall’elettrico che , seppur grande innovazione oggi non può funzionare per diversi fattori. La ricchezza che generano le industrie italiane prima del Covid era pari al 19,9% del PIL italiano. Oggi nel 2024 è scesa al 18,1%. Già con la famosa crisi del 2008 partita dagli Stati Uniti d’America l’industria che aveva il 22% del PIL cominciò la sua discesa. Oggi la crisi industriale è accentuata dalla crisi dell’Auto, però anche dal settore dell’elettrodomestico che è in profonda crisi anche lui per la concorrenza cinese come per le autovetture. Possiamo affermare con una discreta certezza che questi sono gli effetti tardivi di medio termine della Globalizzazione dell’economia. Poi è seguito a ruota anche il settore della manifattura dove alla base le motivazioni sono sempre le stesse, la spietata concorrenza globale in arrivo da paesi dove lo sfruttamento lavorativo delle masse è la norma. Gli ultimi dati dicono che in ottobre 2024 il calo della produzione industriale era del 3,6% lo stesso tendenziale del 2023. Il risultato peggiore quello del settore auto con un calo del 34,5% e seguito dagli articoli in pelle con un calo del 17,2%.