La Russia punta di nuovo i missili sull’Europa con navi e sottomarini: ritorna la Guerra Fredda.
Stiamo tornando indietro di quarant’anni, ai tempi che pensavamo oramai dimenticati, quelli della Guerra Fredda. La Russia si prepara a schierare “di nuovo” missili a medio e lungo raggio armati con testate nucleari verso tutte le principali città europee.
Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov pone fine al famoso trattato internazionale INF -Intermediate range forces- firmato dal presidente degli Stati Uniti d’America Ronald Reagan e il Presidente della Federazione Russa Michail Gorbaciov nel 1987. Un trattato bilaterale che impegnava le parti a mettere al bando gli ordigni nucleari montati su missili a corto raggio in grado di colpire obbiettivi con distanze comprese tra 500 e 1.000 chilometri, e missili a testata nucleare a lungo raggio in grado di colpire obbiettivi tra i 1.000 e i 5.000 chilometri. Dopo la firma i russi smantellarono i missili “Rsd 10 Pioner” e gli statunitensi smantellarono i missili “Persching e Tomahawk” installati in Europa.
La sicurezza reciproca si basava su un concetto semplicissimo: “Nessuno avrebbe potuto eliminare l’altro”.
Adesso, che le minacce siano reali o solo degli inganni, occorre riarmarsi e fare presto, ma in questo contesto l’Europa a differenza di USA e Russia partirebbe da una situazione molto arretrata e primitiva per quanto riguarda la difesa comune da possibili attacchi missilistici. Oggi le guerre non si fanno più con i carri armati e i soldati, oggi l’arma missilistica è quella vincente. Pertanto bisogna essere in grado non soltanto di difendersi ma anche di attaccare per ritornare a quel concetto basilare esposto in precedenza “nessuno può eliminare l’altro”.
Il 21 febbraio del 2023 la Russia annuncia la sospensione del trattato “New Start” che limitava a 1.550 il numero delle testate nucleari a disposizione dei due paesi, USA e Russia.
Putin ha annunciato che avrebbe a breve, aumentato la produzione di missili “Iskander” a medio e lungo raggio. Fonti NATO comunicano che la Russia sarebbe in grado di produrre fino a quattro missili al mese. Inoltre i russi stanno sviluppando un nuovo missile, il R26 Rubezh in grado di colpire a 5.500 chilometri di distanza.
I russi temono i piani della Germania che per la sua difesa vuole schierare un sistema missilistico a media gittata, comprato dagli USA. Temono anche che la Polonia stia seguendo l’esempio germanico, accerchiando la Russia.
Glia analisti riferiscono che è più probabile che Putin schieri questi missili su navi e sommergibili che su piattaforme sulla terra ferma.
Intanto l’Europa oggi, in caso di attacco missilistico nemico, risponderebbe in ordine sparso. Non esiste una difesa missilistica europea coordinata dei 27 stati in grado di contrastare un attacco missilistico. Solo alcuni paesi sarebbero in grado di difendere le proprie grandi città solo per alcuni giorni, lasciando completamente scoperto la gran parte del territorio nazionale.