Quando si dice che le bugie hanno le gambe corte…Io lo sapevo già che erano frottole quelle che raccontavano lui ed Elena perché c’erano già dati precedenti che lo confermavano, ma ieri sono arrivati i dati aggiornati all’ultimo trimestre e confermano quello che si sapeva.

Landini racconta in piazza con toni aggressivi e parole irresponsabili che la Finanziaria è contro gli italiani che ci vuole la rivolta sociale. Secondo lui il mondo del lavoro è un disastro a causa del governo Meloni. Però arrivano i dati dell’ISTAT che confermano e migliorano i dati precedentemente comunicati.

Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,8%, non era stato mai così basso dal 2006. La media nell’Eurozona è del 6,3% mentre nell’Unione Europea è del 5,9%. Quindi abbiamo un dato sulla disoccupazione più basso della media europea.

Il tasso di occupazione in Italia è salito alla cifra record del 62,5% toccando il livello più alto mai registrato da quando esistono le serie storiche. Anche il tasso di disoccupazione giovanile segna un record con una diminuzione del 1,1% attestandosi al 17,7%, anche questo dato più basso mai registrato in Italia.

Vogliamo festeggiare in silenzio per non mortificare la sinistra? Vogliamo far finta che i dati non esistano perché se no i progressisti cominciano a dire bugie per tentare di smentirli? Siamo arrivati tardi, già si sono mortificati, e già stanno raccontando frottole come alcuni del PD che raccontano che basta farsi un giro per le università per capire che i giovani stanno scappando all’estero perché il Paese non offre opportunità.

Io non confonderei le due cose però. Facciamo un po’ di chiarezza. Punto primo: gli scioperi di Landini sono faziosi e fatti esclusivamente contro il governo Meloni e le motivazioni che porta in piazza sono false e smentite dai dati che vi ho dato nell’articolo. Punto secondo: è vero che il Paese non offre opportunità e le persone se ne vanno, non perché il lavoro non ci sia ma per gli stipendi da fame. Pertanto come vi ho sempre detto secondo me il salario minimo è la prossima mossa che il governo dovrebbe prendere in considerazione.

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