Il presidente del Cconsiglio Giorgia Meloni ospite da Nicola Porro nella sua trasmissione televisiva Quarta Repubblica andata in onda su Rete4 ieri.
Meloni racconta di aver parlato con Elkann e promette di difendere l’occupazione all’interno di Stellantis e anche furi, nell’indotto. Parla anche di un tavolo di lavoro sulla questione, convocato per metà di dicembre per tentare di risolvere una volta per tutte il problema.
Il settore auto chiamato Automotive è in crisi in tutta Europa e negli Stati Uniti, e le cause sono molteplici ma le più incisive sono due, la concorrenza delle case automobilistiche cinesi e l’arrivo dell’auto elettrica che per il momento risulta un fallimento quasi totale.
La premier commenta anche le prodezze di piazza del segretario della CGIL Maurizio Landini, affermando di averlo visto in un telegiornale che parlava dello sciopero generale del 29 novembre di quest’anno: «Sono molto preoccupata per l’irresponsabilità di certa classe dirigente non solo politica — dice la premier Meloni dopo aver guardato un servizio televisivo nel quale si parlava dello sciopero generale indetto dalla Cgil di Maurizio Landini—, utilizza parole gravi, pesanti, senza che si ponga il problema delle possibili conseguenze. Sono preoccupa dal fatto che l’Italia ha una sinistra che, quando riesce roccambolescamente a governare, che è l’unica cosa che vuole fare, a cui è interessata, indossa il suo abito buono, è dialogante, democratica, ma quando perde il potere perde anche le staffe, e si mostra decisamente intollerante, poco democratica».
Maurizio Landini evidentemente non è consapevole, non si rende conto della gravità delle sue affermazioni che possono influenzare menti magari no troppo brillanti e spingere a commettere atti di violenza verso le istituzioni e i loro rappresentanti. In altre parole possiamo dire che probabilmente in modo speriamo involontario aizza le persone contro il governo. Sono giorni che ripete nelle interviste e nelle televisioni che bisogna porre in essere “una rivolta sociale”.
Ancora non si è capito se lui è consapevole della gravità delle sue parole o invece non è in grado di rilevarne la pericolosità.