Meta-Facebook-Zuckerberg : «Torniamo alle radici sulla libertà di espressione». Fine del Politicamente Corretto?

Siamo finalmente arrivati all’inversione di rotta sul famigerato Politicamente Corretto? O meglio dire la degenerazione di questa “moda” che ha portato a condizionare la società facendola diventare “follemente corretta”?

Mark Zuckerberg il fondatore e proprietario di Meta che al suo interno ha Facebook e Instagram sembra aver fatto inversione a U cercando di prendere le distanze dal Politicamente Corretto che di fatto ha creato una ferrea censura in internet, in particolare sui Social.

L’idea iniziale del Politicamente corretto era anche apprezzabile: “prima di parlare pensa a quello che stai per dire, cerca di non offendere nessuno”. Inizialmente una ottima idea, che ben presto si è trasformata in un incubo dove tutto è diventato censurabile, dove qualsiasi opinione alla fin della fiera, offende sempre qualcuno o qualcosa. Oggi la dittatura del Politicamente Corretto censura opinioni, idee, nascondendo la storia passata, le tradizioni, le idee. Tutto diventa un’offesa censurabile e da tribunale. Esprimere un’idea diventa oggi, estremamente pericoloso rischiando denunce, perdita del lavoro, emarginazione sociale. Oggi neanche i comici di professione riescono più a svolgere la loro attività perché non puoi prendere in giro più nessuno, e la comicità si è sempre basata su questo, la burla di qualcuno o di qualcosa.

Mark Zuckerberg annuncia importanti novità ricevendo il plauso di Elon Musk il proprietario del social X (ex Twitter) che ha dichiarato: “È davvero fantastico”.

Meta commenta che l’esperimento dei fact-checkers indipendenti è stato un fallimento, perché alla fine nessuno è indipendente, ognuno ha i propri pregiudizi e le proprie prospettive. Il ruolo di questi professionisti era quello di informare l’utente delle piattaforme su eventuali bufale, notizie false e tendenziose, in modo da poter dare gli strumenti per giudicare da soli cosa avrebbero letto e visto.

Il capo di Meta allora ha deciso di avvicinarsi a quello che X sta facendo con l’introduzione delle “note della comunità”, un sistema che tramite il parere di centinaia o migliaia di persone decidono se i post sono potenzialmente fuorvianti, una sorta di intelligenza collettiva, di valutazione di comunità. Il programma viene introdotto inizialmente negli Stati Uniti per due mesi, per poi passare anche all’Europa dove però potrebbe trovare dei problemi scontrandosi con la legge che impone di verificare la veridicità delle notizie. Ma è un problema che Meta affronterà sul campo in futuro.

L’imprenditore statunitense aggiunge che: “Semplificheremo le nostre politiche sui contenuti e rimuoveremo le restrizioni su argomenti come l’immigrazione e il genere, che non sono in linea con il discorso pubblico dominante”, riducendo drasticamente anche gli errori di censura che oggi si materializzano per i risultati erronei degli algoritmi automatici.

Mark Zuckerberg aggiunge: “Riporteremo i contenuti civici (immigrazione, identità di genere tra i principali). Stiamo ricevendo feedback che le persone vogliono tornare a vedere questo tipo di contenuti, quindi li reintrodurremo gradualmente su Facebook, Instagram e Threads, lavorando per mantenere le comunità amichevoli e positive. Non è giusto che le cose possano essere dette in TV o al Congresso, ma non sulle nostre piattaforme”.

Il CEO di Facebook Linda Yaccarino dichiara che: “Il fact-checking e la moderazione non appartengono alle mani di pochi e selezionati custodi, che possono facilmente inserire i loro pregiudizi nelle decisioni. È un processo democratico che deve essere nelle mani di molti”.

Infine Meta dichiara: “Sulle piattaforme in cui miliardi di persone possono avere voce, tutto il buono, il cattivo e il brutto sono in mostra. Ma questa è libera espressione”.

Quanto fin qui vi ho raccontato è una sincera inversione di marcia perché si sono resi conto che il Politicamente Corretto è volgare censura? Si sono resi conto che un social non può arrogarsi il diritto di censurare e silenziare le idee diverse dal proprietario della piattaforma? Oppure tutto dipende dal fatto che Facebook aveva buttato fuori Donald Trump per due anni e adesso temono ritorsioni?

Ai posteri l’ardua sentenza…

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