Pensioni 2025, cosa cambia: le principali misure in Finanziaria.

Che cosa cambia per le pensioni in Italia quest’anno con l’approvazione della Finanziaria?

Molto poco o pochissimo. Oggi per andare in pensione servono 67 anni di età con 20 anni minimo di contributi. L’assegno sociale oggi è di 538,69 euro. Rimangono sostanzialmente invariate. Quota 103, l’Ape sociale e Opzione donna.

La tanto pubblicizzata possibilità di andare in pensione a 64 anni d’età è assolutamente reale, ma i requisiti necessari riducono il numero di pretendenti, che pensate un po’, è tra le 100 e le 600 persone. Pertanto possiamo definirla una misura propagandistica.

Quota 103:

Oggi si può andare in pensione con Quota 103, che significa con 62 anni d’età ma con ben 41 anni di contributi alle spalle. Chi è nato nel 1963 potrà andare in pensione, ammesso che abbia maturato i 41 anni di contributi previdenziali. Ma attenzione chi matura i requisiti quest’anno, dovrà aspettare per ricevere l’effettiva pensione l’anno successivo perché il diritto alla decorrenza della pensione è dopo 7 mesi per i dipendenti privati e 9 per i pubblici, dalla maturazione effettiva dei requisiti. Viene chiamato questo meccanismo “finestre mobili” ma in realtà serve per allungare l’età pensionabile in maniera ufficiosa e non ufficiale. Una presa in giro? Sì, possiamo chiamarla così, o almeno un tentativo..

Ape sociale:

Viene confermata anche questa misura con le condizioni invariate per andare in pensione. Ci vogliono 63 anni e 5 mesi di età. Può richiederla il disoccupato che abbia almeno 30 anni di contributi alle spalle, i lavoratori caregiver sempre con 30 anni di contributi e che assistono persone conviventi invalide gravi, da almeno 6 mesi, che siano parenti di primo o secondo grado over 70. Anche i lavoratori dipendenti che svolgono lavori gravosi e dopo aver versato 36 anni di contributi possono utilizzare l’Ape sociale.

Opzione donna:

Possono andare in pensione le donne che hanno alle spalle 35 anni di contributi e 58 anni d’età anagrafica se dipendenti private o pubbliche, e 58 anni se autonome. i criteri per usufruire di questa misura sono invariati rispetto al 2024, e riguardano le lavoratrici licenziate o che lavorano in aziende che hanno un tavolo di crisi aperto con il ministero del Lavoro. Possono usufruirne anche lavoratrici con disabilità accertata del 74%, oppure le donne che assistono persone disabili conviventi da almeno 6 mesi, con oltre 70 anni di età, e che siano parenti di primo o secondo grado. L’età rimane di 61 anni come requisito, con 35 anni di contributi versati e con eventuale riduzione di 1 o 2 anni per ogni figlio a carico.. Il calcolo dell’assegno pensionistico viene fatto con il metodo contributivo. Da ricordarsi che la pensione arriva dopo 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome. Viene chiamato questo meccanismo “finestre mobili” ma in realtà serve per allungare l’età pensionabile in maniera ufficiosa e non ufficiale. Una presa in giro? Sì, possiamo chiamarla così, o almeno un tentativo..

Pensioni minime

L’assegno minimo oggi è di circa 617 euro. Nel 2024 erano di 614,77.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *