Schelin dopo aver distrutto l’auto va in gita alla fabbrica di Pomigliano. La segretaria del Partito Democratico Elena detta Elly Schlein, dopo essere stata rimproverata da Carlo Calenda per il suo silenzio sul clamoroso caso Stellantis Fiat, il giorno dopo corre in gita allo stabilimento di Pomigliano d’Arco in Campania per mostrare che lei, sta con gli operai. Attacca il governo e rivendica le sue ricette che sono: transizione all’elettrico e sussidi, ovvero la causa del disastro industriale. Forse non era meglio rimanere in silenzio? Avrebbe fatto una figura migliore senza dubbio. Ma la crisi del settore auto a cosa è dovuta? Evidentemente da una serie di concause:
- Concorrenza autovetture “cinesi”.
- Prezzi troppo alti per le auto elettriche.
- Mancanza di colonnine per le ricariche delle auto elettriche.
- Sussidi
- Alcune cause automobilistiche realizzano modelli veramente brutti.
- Stipendi in Italia con un potere d’acquisto in discesa costante.
E così si comprano sempre meno macchine nuove lasciando posto al mercato dell’usato che nell’ultimo periodo è cinque volte più corposo del nuovo. Per quanto riguarda il mercato italiano la continua erosione degli stipendi che ha portato ad un abbassamento notevolmente del potere d’acquisto non permette a molte famiglie l’acquisto di autovetture nuove.
Schlein a Pomigliano incontra i lavoratori in protesta e intona con loro il coretto “lavoro, lavoro”. Ma non è intonando i coretti che si risolvono i problemi o facendo la comparsata davanti la fabbrica per un’oretta. E soprattutto se si spinge verso la transizione all’elettrico entro il 2035….
La segretaria del Partito Democratico deve scegliere se schierarsi con il Green o con gli operai e le aziende che producono autovetture, elettrodomestici e quant’altro, perché il piede in due scarpe proprio non può riuscire a metterlo. Il Green oggi non va a braccetto con l’industria. Però mentre aspettiamo che Schlein decida, l’Europa sembrerebbe intenzionata a far un passo indietro sul Green ideologico a tutti i costi.
Eppure continua a insistere con le politiche green, cioè una delle cause della crisi dell’auto (vedi Germania)…